domenica 13 novembre 2022

Il nome

Il nome o sostantivo  è una parola VARIABILE che indica persone, animali o cose.





Analisi grammaticale del nome

IL GENERE DEL NOME


In italiano esistono due generi: MASCHILE FEMMINILE.

Sono solitamente di  genere maschile i nomi che possono essere accompagnati dagli articoli il,lo,i,gli,un, uno e da preposizioni articolate come del, degli e molto spesso quelli che terminano in  -o.

Sono solitamente di genere femminile i nomi che possono essere accompagnati dagli articoli la, le, una, un’ e da preposizioni articolate come della, delle e spesso quelli che terminano in -a.

Ma non è sempre vero, ci sono numerose eccezioni, ad esempio:

  • Nomi maschili in -a: il problema, il tema…
  • Nomi femminili in -o: la mano, l’eco…
  • Nomi che terminano per consonante: il bar, lo sport, l’email…

Di solito, per passare dal maschile al femminile, di solito basta cambiare la desinenza:

Alcuni nomi passano dal maschile al femminile modificando la radice:

gallo-gallina;    Cane- cagna;     Re- regina;    Dio-dea;  eroe- eroina.

Nomi indipendenti

Sono quei nomi che per cambiare genere cambiano del tutto la parola è sono: uomo- donna;  marito; moglie;  maschio-femmina;  papà – mamma;   fratello – sorella;  montone – pecora ;  padre- madre;  genero- nuora;   maiale -scrofa ecc,

Nomi di genere comune

Sono nomi come: dentista, violinista, nipote, barista, parente, pediatra, collega, regista ed altri . Quindi sono di genere comune perché sono usati sia al maschile che al femminile senza variare la forma ma cambierà solo l’articolo e quindi diremo per il maschile il dentista e per il femminile la dentista, infatti, per stabilire il loro genere bisogna osservare l’articolo che li accompagna.

il parente →la parente;  il consorte → la consorte;  il custode → la custode;

il collega → la collega;   un ipocrita → un’ ipocrita;  un atleta → un’atleta;

il pianista → la pianista;  il suicida → la suicida ;  il pediatra → la pediatra;

il passante → la passante;  il cantante → la cantante;  il negoziante → la negoziante.

I nomi di genere promiscuo 

Nella lingua italiana la maggior parte dei nomi di animali indicano sia il maschio che la femmina e si definiscono nomi di genere promiscuo.

Per esempio se consideriamo la pantera vediamo che il nome è di genere femminile ma per indicare se è maschio o femmina dovremmo dire pantera femmina o pantera maschio .

In ogni caso, quando si è in dubbio se un nome sia di genere femminile o maschile si può ricorrere all’articolo così si sciolgono i dubbi.

Vedi gli esercizi

IL NUMERO DEL NOME


Il nome, rispetto al numero, può avere due forme:

  • singolare, che indica 1 sola cosa o un solo essere animato (es.: una pietra, il fiore …)

  • plurale, che indica + cose o esseri animati (es.: delle pietre, i fiori…) 


Sono variabili i nomi che al plurale cambiano la desinenza: il fiore, i fiori; sono invariabili quelli che mantengono la stessa forma: la sintesi, le sintesi.

Trasformare un nome dal SINGOLARE al PLURALE  non è difficile perché i nomi maschili al plurale prendono la desinenza i come:  impiegato- impiegati;  criceto- criceti;  piatto- piatti ecc.

I nomi femminili prendono la desinenza e come: sorella – sorelle;  gallina- galline;  festa- feste ecc.

Ovviamente questa è una regola generale ma ci sono dei casi particolari.

I NOMI CON C E G NELLA SILLABA FINALE



I nomi che terminano in -logo hanno in genere il plurale in -logi quando si riferiscono a persone (psicologo\gi; teologo\gi), mentre hanno la desinenza in -loghi quando si riferiscono a cose (prologo\gi).

I NOMI CHE TERMINANO IN IO

Se l’accento dato dal tono di voce cade sulla i alla ora al plurale la vocale i raddoppia come: zio- zii;  rinvio – rinvii;  brusio- brusii; pendio- pendii.

Fanno eccezione il nome dio e tempio che al plurale faranno dei e templi.

Alcuni nomi, passando dal singolare al plurale passano anche dal maschile al femminile:

il paio- le paia l’uovo- le uova;  il migliaio- le migliaia; il miglio- le miglia ;  il centinaio- le centinaia.

I nomi possono essere: invariabili (città, caffè, gorilla), difettivi (latte, sangue, sete...) e sovrabbondanti (frutti/frutta, muri/mura, cigli/ciglia...).

 

I nomi invariabili

Si dicono INVARIABILI quei nomi  che mantengono la stessa forma al singolare e al plurale (il loro numero si capisce dall'articolo) 

I nomi difettivi

Si dicono DIFETTIVI quei nomi che hanno una sola forma, singolare o plurale (es. sete, forbici, nozze...)

I nomi sovrabbondanti

Si dicono SOVRABBONDANTI quei nomi che hanno due  forme diverse di plurale (es. bracci/braccia, ossi/ossa, muri/mura)

Esercizi sul numero dei nomi

 

NOMI PRIMITIVI E DERIVATI

Per spiegare questo concetto consideriamo una storia:

C’era una volta un foglio di carta che fantasticava sul suo futuro: sarebbe diventato un cartone resistente oppure una grande cartina geografica, di quelle appese nelle aule delle scuole?

Nel frattempo se ne stava arrotolato tra mille suoi fratelli, nel magazzino di una cartiera e aspettava….

E venne il gran giorno !

L’ operaio lo mise in macchina e, dopo pochi minuti, uscirono tantissime cartellette multicolori.

Ecco, un cartolaio!

Acquista le cartellette e le espone nella sua cartoleria.

Da come si legge la storia ruota intorno ad un’unica parola: carta, il nome base, da cui derivano tutti gli altri nomi colorati nella storia che fanno sempre parte del mondo della carta ma hanno un significato diverso.



Altri esempi sono:

PORTA : portiera, portiere, portone, portico, portinaio, portone;

VETRO: vetrina, vetrino, vetraio, vetreria, vetrata;

LATTE: latticino, latteria, lattiera , lattante, lattaio;

ACQUA: acquolina, acquaio, acquerello, acquazzone, acquario;

FIORE: fioraio, fiorista, fioriera, fioreria, fioritura.

Il nome base è detto primitivo è infatti il nome iniziale da cui derivano tutta la famiglia di nomi che appunto si chiamano derivati.

LEZIONE DI SPIEGAZIONE

Il nome primitivo e i suoi derivati hanno la stessa radice. La differenza tra i nomi è dovuta alla parte finale chiamata suffisso  o alla parte iniziale chiamata prefisso.

PS: attenti ai falsi derivati

SCheda di esercizi sui derivati

Esercizi primitivi - derivati


NOMI CONCRETI ED ASTRATTI

(si possono o meno percepire con i sensi)

Riscrivi nelle tabelle questi nomi, dividendo i nomi concreti dai nomi astratti:
 
specchio, bellezza, bontà, cuore, divano, pigrizia, divertimento, giocattolo, studio, libro, bugia, verità, acqua, sciocchezze, carte, geografia, miele, dolcezza, razzo, velocità, calcolatrice, piuma.

NOMI COLLETTIVI

I nomi possono essere nomi individuali o nomi collettivi.

  • I nomi collettivi sono nomi che vengono usati al singolare ma indicano un insieme di animali, cose o persone.
    Esempio: “sciame” è un nome singolare, eppure indica un gran numero di api o di insetti volanti. Dunque diremo che è un nome collettivo.
    Esempio: “flotta” è un nome singolare, ma indica un gruppo di navi. Anche questo è un nome collettivo.
  • Questi nomi si possono utilizzare anche al plurale: potremmo avere due sciami, e così via. Un nome collettivo, nella forma plurale, indica due o più gruppi di animali, cose o persone.
  • Nell’analisi grammaticale del nome bisogna sempre indicare se il nome analizzato è un nome individuale (ovvero che indica una singola persona, animale o cosa) o collettivi.


SPIEGAZIONE

NOMI  ALTERATI


Ogni nome si può alterare aggiungendo alla radice alcuni suffissi: 
-one, -ino (-etto), -uccio, -accio
Questi suffissi danno un’informazione in più sulla “qualità” del nome.

 Non confondere mai i nomi alterati con i nomi derivati. Nei nomi alterati la cosa di cui si parla è sempre la stessa, anche se con una caratteristica diversa. Le alterazioni si chiamano così: 

SCHEDA1                   SCHEDA 2



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